La cosmografia è una "scienza immaginaria", costruita per amore di speculazione pura, oppure al servizio di concezioni religiose. Gli egizi ritenevano il mondo formato da una piattaforma rettangolare, percorsa sull’asse dal Nilo, il cui luogo d’origine segna il sud, e che è, a sua volta, fiancheggiato dalle montagne dell’Oriente e dell’Occidente. Sugli spigoli della piattaforma sorgono quattro pali: reggono il cielo, anch’esso rettangolare e piatto. Nel Nuovo Regno, quando gli egizi ebbero nozione delle alte montagne dell’Armenia e dell’Africa Centrale, ai pali furono sostituiti picchi montuosi. Il sole sorge sulla montagna d’Oriente, corre sotto la volta del cielo e discende a Occidente: di qui, in un modo non precisato (sul quale non vennero avanzate ipotesi, se non mitologiche), torna ad Oriente. Nella notte si accendono le stelle, che sono appese con cavi alla volta celeste, nello stesso modo in cui si appendono nelle case le lucerne. Dei punti cardinali, gli egizi ebbero un concetto molto chiaro: consideravano principale il sud e su di esso si orientavano, sicché identificavano la destra con l’Occidente e la sinistra con l’Oriente. La scelta fu evidentemente determinata dalla coincidenza del sud col luogo d’origine del Nilo, la cui direzione, per determinazioni grossolane d’orientamento, costituiva l’ago della bussola, anche dove, volgendo ad ansa, correva in altre direzioni. Per le determinazioni precise, si usavano invece criteri astronomici; ne fanno fede mastabe e piramidi, le cui facce sono orientate con precisione assoluta ai quattro punti cardinali.